La Francia è il primo paese che ha legiferato per limitare i danni dell’ultra fast-fashion. Il 14 Marzo il parlamento ha approvato una legge che pone misure restrittive nei confronti della pubblicità dei tessuti a basso costo e che propone di introdurre una tassa sugli articoli a basso costo per finanziare la raccolta ed il riciclo.
Il messaggio è chiaro : informare e disincentivare i consumatori nei confronti di quei colossi del fast fashion e dell’ultra fashion come Shein e Temu, e dei cosiddetti big 4 della moda che immettono sul mercato prodotti a basso costo, che hanno un impatto ed un’impronta sull’ambiente devastante sia per il grande consumo di risorse nella fase di produzione, che per l’inquinamento prodotto dalla grande mole di rifiuti. E’ risaputo che l’industria della Moda rappresenta il 10% delle emissioni di gas serra ; inoltre sono scandalose le condizioni di lavoro che si celano dietro abbigliamento ed accessori, come già denunciato da diversi programmi e servizi giornalistici : ritmi di lavoro quasi a livello di schiavitù, condizioni malsane, paghe bassissime. Singolare ed importante decisione, che
arriva dalla Francia, un paese dove moda e haute couture sono importanti industrie con marchi riconosciuti e che hanno fatto la storia. E noi in Italia? Auguriamoci che questo sia il primo di una lunga serie provvedimenti ma oltre alla legge, serve aumentare la consapevolezza, dei consumatori . Noi ci crediamo e per questo abbiamo scelto di produrre in Italia per una moda più equa e sostenibile per il pianeta, per le risorse e per noi.
Il messaggio è chiaro : informare e disincentivare i consumatori nei confronti di quei colossi del fast fashion e dell’ultra fashion come Shein e Temu, e dei cosiddetti big 4 della moda che immettono sul mercato prodotti a basso costo, che hanno un impatto ed un’impronta sull’ambiente devastante sia per il grande consumo di risorse nella fase di produzione, che per l’inquinamento prodotto dalla grande mole di rifiuti. E’ risaputo che l’industria della Moda rappresenta il 10% delle emissioni di gas serra ; inoltre sono scandalose le condizioni di lavoro che si celano dietro abbigliamento ed accessori, come già denunciato da diversi programmi e servizi giornalistici : ritmi di lavoro quasi a livello di schiavitù, condizioni malsane, paghe bassissime. Singolare ed importante decisione, che
arriva dalla Francia, un paese dove moda e haute couture sono importanti industrie con marchi riconosciuti e che hanno fatto la storia. E noi in Italia? Auguriamoci che questo sia il primo di una lunga serie provvedimenti ma oltre alla legge, serve aumentare la consapevolezza, dei consumatori . Noi ci crediamo e per questo abbiamo scelto di produrre in Italia per una moda più equa e sostenibile per il pianeta, per le risorse e per noi.